Una delle citazioni scelte che forse esprime con maggiore forza l’amore per i cani e il profondo desiderio di rispettarli proviene dallo scrittore francese Victor Hugo: “Il cane è la virtù che, non potendo farsi uomo, si è fatta bestia”.
Hugo aveva profondamente a cuore la giustizia sociale e dedicò diversi celebri romanzi alle vicende degli ultimi, dei poveri, dei perseguitati. Basti pensare a capolavori quali “I miserabili” o “Notre-Dame de Paris”, nei quali personaggi memorabili come Jean Valjean o il gobbo Quasimodo, la dolce Cosette o la bella Esmeralda sono diventati il simbolo dell’umanità sventurata che cerca in tutti i modi di riscattarsi. L’uomo perseguita l’uomo e si rende colpevole di intollerabili ingiustizie – questo sembra trapelare dai romanzi di Hugo – e per questo motivo egli non può in alcun modo rappresentare la virtù, quell’indomabile purezza, quei sentimenti di onestà, lealtà e altruismo che paiono invece così ben rappresentate dai cani e dal loro modo di essere.
Tra i tanti uomini e donne umili, infelici, indifferenti o crudeli che sono stati dipinti con immensa bravura dallo scrittore francese, spicca infatti un eroe a quattrozampe: Homo, il lupo che accompagna il saggio saltimbanco girovago Ursus nelle sue disavventure sul suolo inglese, narrate in un altro grande romanzo di Hugo, “L’uomo che ride”. Ursus è un ”orso”, mentre Homo appare più umano degli umani nonostante sia un lupo. Non a caso Ursus gli ha donato quel nome, nella convinzione che Homo abbia ben poco di bestiale e che sia migliore delle persone, tanto da meritarsi un appellativo che è anche una definizione: sei un uomo, non un lupo. Ursus e Homo sembrano i nomi di personaggi fiabeschi, se non fosse che sono calati in un’esistenza degradata, a tratti violenta, fin troppo reale, nella quale trovano poco spazio l’ottimismo e la serenità. Una realtà dove però il lupo diventa non il nemico dal quale fuggire ma un compagno fedele e affettuoso, che farà riunire Gwynplaine, il protagonista della storia, alla sua strampalata famiglia, capitanata proprio da Ursus.
La virtù, sembra ammonirci Hugo nei suoi libri, non ha modo di albergare nell’animo umano e allora, come fosse anch’essa uno dei personaggi vagabondi dei suoi romanzi, ha deciso di trovare rifugio dentro un animale. E ormai da lungo tempo essa pare sprizzare da tutte le code scodinzolanti e da tutti i musetti espressivi, dal coraggio, dalla fiducia e dall’amore incondizionato dei cani, lupi divenuti i migliori amici dell’uomo.