Dal 6 febbraio, la protezione civile ha per legge tra le sue finalità e tra le attività da svolgere anche l’azione di soccorso e l’assistenza degli animali colpiti da calamità naturali, come già avviene per le popolazioni umane. Il risultato, suggellato dal nuovo codice della protezione civile, è stato ottenuto grazie alla mobilitazione – soprattutto nell’ultimo anno – delle associazioni animaliste italiane.
Il riferimento legislativo agli animali – introdotto dal decreto legislativo 2 gennaio 2018, n.1- era necessario per riconoscere, rafforzare e qualificare quanto già è avvenuto per tanti anni negli interventi in caso di terremoti, alluvioni, nevicate eccezionali (e documentati in foto come quella che fa parte della galleria che “Il corriere della sera” dedicò al terremoto del centro Italia): in questo modo potrà essere superato lo spontaneismo, rendendo sistematico il contributo del volontariato specializzato nell’attività di salvataggio, di recupero, messa in sicurezza e gestione degli animali familiari, attività che sempre più le stesse popolazioni colpite da calamità richiedono.
Le associazioni di volontariato animalista sono state e sono le prime a farsi carico spontaneamente delle numerosissime segnalazioni e richieste di aiuto per le vittime animali isolate, affamate, seppellite, smarrite, dalle quali sono spesso costrette a separarsi le stesse popolazioni. E, invece, nei momenti nei quali si perde tutto, il valore affettivo e sociale degli animali della propria famiglia è incalcolabile: tanto che la loro perdita smarrisce e annienta quel poco che resta.
E APACA si è subito attivata. Il 6 febbraio – nel giorno cioè di entrata in vigore del nuovo codice della protezione civile- il Consiglio Direttivo ha, infatti, deliberato di mettere ufficialmente a disposizione della Protezione Civile di Belluno il canile-rifugio, affinchè, in caso di calamità ed emergenze, possa diventare un’ “Area di accoglienza e di ricovero della popolazione canina e di altri animali domestici”.
“E’ un’”offerta” che il 16 febbraio abbiamo inoltrato formalmente all’Amministrazione provinciale e alla Prefettura – dicono in APACA – perchè spesso le strutture di emergenza predisposte per la popolazione non sono in grado di ospitare gli animali familiari. E siccome ora c’è finalmente la possibilità che i soccorsi organizzati raggiugano anche gli animali, il nostro rifugio potrebbe essere utile a ospitarli nei casi d’emergenza.”
Un scelta di responsabilità quella di APACA, fatta in nome dell’amore per gli animali, ma anche degli umani, perchè senza gli animali familiari ogni ricostruzione morale e materiale della comunità diventa più difficile.