Nel 2009 la Regione Veneto ha regolamentato il “Percorso mirato all’accertamento delle condizioni psico-fisiche dell’animale e della corretta gestione da parte del proprietario a seguito di episodio di morsicatura od aggressione”, definendo il procedimento di accertamento del grado di rischio e le prescrizioni conseguenti. L’atto tecnico-amministrativo del Veterinario Ufficiale con cui viene attribuita una “classe di rischio” al cane che ha morso non produce però solo effetti immediati a tutela della salute pubblica, ma è in grado di condizionare, nel lungo periodo e in maniera significativa, la vita del cane ed il suo rapporto con gli altri cani e con l’uomo, proprietario compreso.
Se, poi, per una qualsiasi ragione (abbandono, morte del proprietario, ecc.) l’animale dovesse trovarsi nella condizione di dover essere ospitato da un canile come il nostro, il grado di rischio attribuito in occasione dell’episodio di morsicatura condiziona pesantemente il suo indice di adottabilità, poichè comporta per l’adottante l’adozione delle prescrizioni stabilite dal Veterinario Ufficiale (recinzione di una certa altezza, obbligo della museruola, frequenza di un percorso di formazione e/o rieducazione, premio assicurativo più alto, ecc.): e – cosa assolutamente ingiusta – ciò anche nel caso in cui il cane abbia acquistato comportamenti equilibrati o comunque controllabili a seguito di percorsi di riabilitazione.
In pratica, l’attuale regolamentazione regionale fa sì che il cane “classificato” conservi per tutta la vita il grado di rischio che gli è stato attribuito in occasione anche di un solo e magari mai reiterato episodio di aggressività non controllata.
Si tratta di una situazione che in altre regioni è stata già affrontata e risolta -anche perchè non c’è alcuna norma nazionale che vieti la revisione della classificazione – e che potrebbe, quindi, trovare soluzione anche in Veneto. Apaca si è, quindi, rivolta alla Direzione del Servizio Veterinario dell’Azienda Ulss 1 Dolomiti – che sul tema si è dimostrata assolutamente sensibile – affinchè attivi ogni azione utile per fare in modo che la Regione Veneto renda possibile per il cane “classificato” la revisione della classe di rischio qualora i percorsi rieducativi abbiano sortito positivi effetti sul comportamento dell’animale.
Noi sosteniamo che la revisione sia, anzitutto, un “diritto” del cane e, in seconda istanza, una legittima aspettativa del suo proprietario ed è per questo che ci aspettiamo dalla Regione una risposta positiva.