Nelle famiglie può capitare purtroppo di dover affrontare situazioni di malattie gravi che mettono a dura prova la stabilità emotiva e psicologica dell’intero gruppo coinvolto. A volte, fra i membri di queste famiglie, ci sono anche uno o più cani, anch’essi travolti dai cambiamenti che una patologia porta inevitabilmente con sé. Come si vive questa situazione insieme al proprio cane? Quanto sostegno è in grado di offrire e quali invece possono essere le problematiche?
Innanzitutto un cane intuisce agevolmente i mutamenti che insorgono all’interno del suo gruppo e quindi percepisce quando un suo elemento si trova ad affrontare una condizione di fragilità. Di fronte a novità di questo tipo la reazione di un cane è ovviamente diversa da soggetto a soggetto, dato che ogni cane possiede un carattere e un vissuto peculiari e risponde anche in base al rapporto che ha instaurato con la persona malata. Un cane potrebbe volerla proteggere, assumendo anche un ruolo di dominanza nei confronti degli altri componenti oppure potrebbe voler offrire la sua vicinanza e la sua presenza, fare tentativi per distrarre l’infermo dalla sofferenza e tenergli compagnia.
I cani comprendono gli stati d’animo e fiutano le malattie – letteralmente, secondo alcuni studi scientifici le cellule tumorali producono proteine con un particolare tipo di odore che l’olfatto canino è in grado di cogliere – facoltà legate agli stati patologici umani e spesso anche al benessere delle persone, come dimostrano i successi ottenuti dalla pet therapy. Un cane, d’altro canto, potrebbe anche non volere affatto aiutare la persona, allontanandosi dalle emozioni negative ma nello stesso tempo assimilando inquietudini e angosce della famiglia. Quest’ultima a sua volta potrebbe trovarsi in difficoltà nel gestire il cane nello stesso momento in cui deve rivolgere nuove cure e attenzioni al familiare ammalato. Infatti, gli equilibri che si erano instaurati necessariamente si modificano, talvolta saltano o comunque rischiano di spezzarsi, ed è necessario intervenire per rimetterli a posto e crearne di nuovi, più efficaci e adatti al nuovo contesto.
Come accade spesso, un valido aiuto viene dalla competenza e dalla professionalità di veterinari ed educatori cinofili, i quali conoscono in profondità il comportamento canino e riescono a capire il perché di determinati atteggiamenti di un animale non umano verso la malattia di un umano. Fondamentale rimane la volontà di rispettare la presenza dei cani e continuare, pur nella probabile rivoluzione della propria vita, a venire incontro alle loro necessità. Anche se è pur vero che ogni caso è diverso e c’è chi purtroppo semplicemente non ce la fa. Di fronte alla malattia forza e fragilità si trovano a condividere gli stessi spazi, a guardare sia visi che musi e tutti i modi con cui le si accoglie andrebbero compresi. Un insegnamento che vediamo espresso proprio dai cani e dalla loro innata capacità di voler bene e di viversi il presente, giorno dopo giorno, avversità dopo avversità.