I cani fanno bene: a un cardiopatico ancora di più

I cani fanno bene: a un cardiopatico ancora di più

Ha trovato ospitalità in quasi tutti i giornali italiani la notizia diffusa a fine gennaio dall’Agenzia ANSA secondo la quale uno studio pubblicato dalla rivista scientifica Circulation dimostra che chi soffre di patologie cardiovascolari se prende un cagnolino vive sensibilmente più a lungo.

“Un dato che ha dell’incredibile: la sopravvivenza – spiega il cardiologo Andrea Macchi – è superiore rispetto a quella dei pazienti che non hanno un cucciolo in casa. Il beneficio dato dalla presenza dell’animale da compagnia è indipendente dalla severità della malattia e dalle misure mediche messe in atto. Un dato dunque empirico che trova spiegazioni, ad esempio, nel fatto che il cane impone al proprietario una certa attività fisica, donando anche serenità e affetto, condizioni assolutamente indispensabili per stare meglio”.

Dalla ricerca ha preso spunto il Centro Cuore degli Istituti di ricovero e cura Iseni-Sanità di Malpensa, che, prima in Italia, è partito con la pet therapy aiutando il paziente a trovare, anzi ad adottare, un animale abbandonato.

In sostanza gli specialisti del servizio di cardiologia della clinica suggeriranno ai malati l’adozione di un cagnolino (che sarà uno dei cani abbandonati di Animal’s Emergency Onlus) mostrando – dati scientifici alla mano – i vantaggi terapeutici di questa “terapia a quattro zampe”.

Ed eccoli questi vantaggi. In sintesi l’articolo “Pet ownership and cardiovascular risk” pubblicato su “Circulation” evidenzia una serie importante di benefici derivanti dalla relazione con un animale domestico: la presenza di un cane è associata ad una minore pressione sistolica; nei soggetti che hanno un animale i livelli di colesterolo e di glicemia sono minori; i soggetti con un cane fanno più attività fisica, raggiungendo i livelli raccomandati in un corretto stile di vita per la prevenzione cardiovascolare primaria e secondaria; e infine una migliore risposta allo stress con frequenza cardiaca basale e pressione arteriosa basale più basse nei soggetti che possiedono un animale. Chi possiede un animale presenta un incremento minore di frequenza e pressione in seguito a stress e recupera più rapidamente alla rimozione dell’evento stressante; una risposta che lo studio evidenzia soprattutto già a sei mesi dalla adozione. Infine viene sottolineato il risultato sulla sopravvivenza: nei pazienti con malattia cardiovascolare è stata dimostrata una associazione molto forte tra la presenza di un cane e la riduzione della mortalità.