Abbiamo provato a chiedere all’Intelligenza artificiale (AI) di Bing (motore di ricerca di Microsoft su cui è stata implementata la tecnologia di ChatGPT) di scrivere un articolo con “tono professionale” e di “lunghezza media” su un tema a cui, tra gli altri, la filosofa ed esperta di bioetica Jessica Pierce aveva dedicato due anni fa il libro “I cani senza di noi”. Nell’articolo prodotto dall’AI di Bing mancano i riferimenti alla ricerca scientifica e le riflessioni culturali: viene citato soltanto un non meglio precisato studio pubblicato sulla rivista Scientific Report (forse si tratta della ricerca dell’Università di Helsinki sull’intelligenza canina, il cui ultimo aggiornamento, pubblicato da Nature-Scienfic Report, risale però al 29 dicembre 2022): a parte ciò, l’articolo appare strutturato (anche se un po’ troppo scontato), lessicalmente corretto (non abbiamo minimamente rivisto il testo) e dalla lettura agile e piacevole. Quindi, anche in materia etologica e cinofila il problema non è tanto quello di leggere un testo prodotto dall’AI quanto di ritenere che si tratti dello scritto di una persona di cui ci fidiamo. Dunque, in attesa delle decisioni dei governanti sulle regole a cui sottoporre l’impiego dell’AI, meglio affidarsi – un po’ in tutti i campi – solo a siti di cui si conosce l’affidabilità e che non proporranno mai un articolo scritto dall’AI senza dircelo…
I cani sono gli animali domestici più diffusi e amati dall’uomo. Ma cosa succederebbe se l’uomo scomparisse improvvisamente dalla Terra? I cani sopravviverebbero senza di noi? Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports, la risposta è sì, ma dipende da molti fattori.
Lo studio ha analizzato il DNA di oltre 500 cani di razze diverse, provenienti da tutto il mondo. Lo scopo era di ricostruire la storia evolutiva dei cani e capire come si sono adattati alle diverse condizioni ambientali e culturali. I ricercatori hanno scoperto che i cani hanno una grande capacità di adattamento e diversificazione, che li ha aiutati a sopravvivere a cambiamenti climatici, geografici e sociali.
Tuttavia, questo non significa che tutti i cani sarebbero in grado di sopravvivere senza l’uomo. Alcune razze sono più dipendenti dall’uomo di altre, sia per la loro alimentazione che per la loro salute. Ad esempio, i cani di piccola taglia o con caratteristiche fisiche particolari, come il muso schiacciato o le orecchie pendenti, potrebbero avere più difficoltà a trovare cibo e a difendersi dai predatori. Inoltre, i cani che vivono in zone urbane potrebbero essere esposti a maggiori rischi di inquinamento, malattie e incidenti.
Dunque, i cani potrebbero sopravvivere all’uomo, ma solo se avessero la possibilità di tornare al loro stato selvatico e di formare nuove popolazioni con altri cani. Questo processo richiederebbe tempo e selezione naturale, e porterebbe alla creazione di nuove razze di cani adatte alle diverse condizioni ambientali. In ogni caso, i cani perderebbero il loro legame speciale con l’uomo, che li ha resi i nostri migliori amici per migliaia di anni.