I “nuovi” cani di Chernobyl

I “nuovi” cani di Chernobyl

La guerra in Ucraina prosegue ormai da un anno e in questi mesi abbiamo conosciuto i nomi dei suoi luoghi e delle sue città, teatri di scontri e di bombardamenti. Forse un unico luogo era già tristemente noto, Chernobyl, la città oggi in territorio ucraino che il 26 aprile 1986 fu protagonista di uno degli incidenti nucleari più gravi della storia. Furono migliaia le persone colpite dalle radiazioni dopo l’esplosione di uno dei reattori della centrale situata non molto distante città.

Gli animali del luogo, anch’essi vittime del disastro, furono abbandonati o abbattuti dopo lo sgombero della zona ma un gruppo di cani è sopravvissuto ed ha accresciuto le sue famiglie fino ai nostri giorni. Uno studio americano pubblicato recentemente su Science Advances ha riportato i risultati di una scoperta davvero molto interessante: i cani della zona di Chernobyl che discendono da quelli colpiti dalle radiazioni 37 anni fa hanno subito modifiche genetiche.

Questi gruppi di cani oggi sono stanziati in quella che viene chiamata “zona di alienazione”, dove non è permesso alle persone di permanere per un tempo prolungato. Qui i cani vivono isolati e il gruppo di ricerca, formato dall’esperto in ecologia evolutiva Thimoty Mousseau e dai suoi colleghi dell’università del South Carolina, ha deciso di studiare questa particolare popolazione canina, per poter capire cosa accade a un organismo esposto per lungo periodo a livelli di radiazioni superiori alla soglia di sicurezza. Dallo studio, effettuato su campioni di DNA di trecento cani, è emerso che il loro patrimonio genetico è ormai talmente diverso da quello con il quale è stato confrontato – appartenente ad altri randagi che vivono a una distanza maggiore da Chernobyl – da aver creato ormai una popolazione distinta, separata da quelle che si trovano lontane dalla zona contaminata. 

Una scoperta che ha lasciato stupiti i membri del gruppo di ricerca e che sicuramente merita, come affermano gli studiosi, un approfondimento e ulteriori analisi e comparazioni. Ci vorranno anni ma le scoperte che potrebbero essere fatte sarebbero di grande utilità per contribuire a conoscere in modo più approfondito gli effetti delle radiazioni. Le variabili in campo per gli esiti di questo studio sono numerose, non solo perché le modifiche genetiche possono essere ricondotte anche ad altre cause oltre all’esposizione radioattiva, ma anche a causa del protrarsi del conflitto che, pur non avendolo fatto fino ad ora, potrebbe ostacolare le ricerche.

Dei cani di Chernobyl, comunque, si occupano fortunatamente alcuni gruppi di volontari, come quelli dell’associazione Clean Futures Fund che li proteggono, li curano e li sfamano, e che hanno trasformato la zona di alienazione in un grande rifugio per cani a cielo aperto.