A poco è servita la conferenza organizzata il 26 febbraio 2019, nella Sala Affreschi della Provincia di Belluno per “Conoscere, capire e comunicare i grandi carnivori”: i destinatari erano i giornalisti e i temi gli stessi che APACA aveva affrontato un anno prima. E’ servita a poco perchè – eccezion fatta per qualche “penna” femminile – ancora troppi soggetti che hanno la possibilità di firmare articoli sui giornali locali non sanno pensare che al sensazionalismo della cronaca trucida e sanguinolenta, quella prodotta con sistematicità da piccole porzioni della società che considerano la biodiversità (e con essa il lupo) un ostacolo ai propri interessi del momento (un agnello che sarebbe stato macellato di lì a poco, un asino che sarebbe diventato un ottimo salume, un recinto che non si ha voglia di costruire, la comodità di animali liberi di pascolare ovunque anche di notte).
Il ministro Costa – che martedi a Longarone ha incontrato i sindaci della Comunità del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi – ha ribadito che “quello del lupo non può diventare un tema divisivo, perché la tutela della biodiversità è una questione seria e irrinunciabile” rispetto alla quale vanno evitate “proposte estreme” (che in Veneto e nel bellunese sono una costante) ed avviato, invece, un confronto sulle 23 azioni pronte da marzo dell’anno scorso e che la Conferenza Stato-Regioni non ha trovato ancora il tempo di esaminare. Un nuovo punto fermo, dunque, che non possiamo che registrare con assoluto favore.
Così come va registrato con assoluto favore il nuovo attivismo del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi (una realtà che – è bene ricordarlo – non era e non è ben vista proprio da quella parte della popolazione che oggi strepita contro il lupo!) che ha annunciato di voler ospitare, alla fine degli alpeggi, due pastori dell’area del Parco d’Abruzzo che spiegheranno ai loro colleghi bellunesi che la convivenza con il lupo è possibile (ancorchè difficile e spesso precaria). Un modo simile a quello usato qualche settimana fa dal CAI che ha premiato aziende che hanno scelto e saputo convivere con il lupo: educare alla convivenza portando esempi di colleghi virtuosi!
Speriamo, invece, che la Provincia di Belluno non faccia niente di quello che ha annunciato, ossia presentare delle osservazioni “tutte bellunesi” alla bozza di piano di gestione del lupo: infatti, le persone che oggi sono delegate a seguire la materia hanno avuto modo di mostrare, in più occasioni, scarsa equidistanza dalle lobby della caccia e da quella parte del mondo agricolo che sta cercando in tutti i modi di arrivare agli abbattimenti. Per la Provincia c’è un unico modo corretto di presentare osservazioni “bellunesi”, modo che abbiamo già indicato: per decidere quanti e quali sono i danni che i bellunesi ritengono insopportabili al punto da decidere la rimozione di un certo numero di animali, deve essere avviato un confronto democratico che misuri il livello di “tollerabile convivenza” espresso dall’intera popolazione e non soltanto da piccole porzioni di essa…i risultati, molto probabilmente, non sarebbero quelli che l’attuale Amministrazione esprime, da tempo, con toni non equilibrati!