Quello dell’origine della domesticazione canina da parte dell’uomo è un tema rilevante e interessante che abbiamo già affrontato qualche tempo fa, ma oggi vorremmo indagare la questione da un’altra prospettiva, ponendoci una domanda “di genere”: chi fra uomo e donna ha avuto un ruolo preminente in questo avvenimento? In particolare, chi a un certo punto ha sentito più profondamente una sorta di attaccamento verso questi animali?
L’addomesticamento canino presumibilmente ha avuto luogo 15.000 anni fa (ma alcune ricerche raddoppiamo questo tempo), un periodo in cui i primi cani selvatici diventano gradualmente un sostegno per la guardia e per la caccia condotte dagli umani, ma in qualche modo dev’essere scattato anche un meccanismo che ha avvicinato in maniera più affettuosa le due specie, che pare sia venuto proprio dalla componente femminile delle comunità preistoriche. L’intuizione non può bastare a farci ottenere evidenze scientifiche che possano dimostrare la veridicità di fatti avvenuti migliaia di anni fa e che riguardano un processo comunque lungo e anche complesso da ricostruire. Oggi per fortuna siamo in possesso di alcuni dati che possono sorreggere questa ipotesi affascinante, provenienti da studi dedicati alla domesticazione e alla coevoluzione di uomini e cani.
Uno di questi appartiene alla Washington State University, la quale nel 2020 ha pubblicato una ricerca di stampo antropologico per capire come è avvenuta appunto la coevoluzione fra uomini primitivi e primi cani nel momento della domesticazione. Sono stati analizzati 844 studi etnografici riguardanti 144 società umane, sulla base di tre ambiti di relazione: l’utilità del cane per l’uomo, l’utilità dell’uomo per il cane e la personificazione dei cani da parte dell’elemento umano. Lo studio ha valutato poi diverse ipotesi nelle quali inserire i tre ambiti e i loro effetti, tra le quali l’affiliazione dei cani con uomini e donne. E qui arriva il punto che ci interessa: secondo i risultati della ricerca le donne hanno avuto un’influenza molto più significativa degli uomini per quanto riguarda i parametri dell’utilità dell’uomo per il cane e della percezione della loro personalità. Questo perché nelle comunità umane dove è più fortemente presente l’accudimento dei cani, questi sono visti come dotati di una propria personalità, in pratica come membri della famiglia.
E dunque sono state le donne, pare, a ritenere che i cani potessero essere simili a persone e non semplici animali da utilizzare per la caccia o la guardia. Sono esiti etnografici degni di nota, per quanto gli stessi ricercatori siano cauti e sottolineino la necessità di dedicare ulteriori studi e approfondimenti a questa scoperta. Cani e donne sono migliori amici fin dai tempi antichi? La risposta potrebbe essere affermativa, ma bisognerà attendere i progressi della ricerca su questo tema piuttosto avvincente. Nel frattempo non possiamo fare a meno di rilevare che in Apaca i volontari, che accudiscono con enormi bravura e dedizione i casi ospiti, dimostrano ogni giorno come questo amore nato all’alba della civiltà umana sia stato tramandato senza sosta fino a nostri giorni, alle donne e…anche agli uomini.