Imparare giocando, un approccio valido anche per i cani

Imparare giocando, un approccio valido anche per i cani

Da qualche giorno in rifugio è arrivata una nuova cucciolata che non vede l’ora di trovare una famiglia affettuosa e adatta a ospitare un cane giovanissimo. Sono Snow, Tigra, Sophy, Scricciola, Frezza – cinque femmine – e Pepe, l’unico maschio del gruppo. Future taglie medie, i cuccioli hanno quasi tre mesi e sono quindi in quella fase di vita in cui gioco e socializzazione risultano componenti essenziali della loro educazione.

Snow

Dai due mesi (meglio un po’ di più!) in poi, infatti, un cane può essere preso in casa da un proprietario che si assume la responsabilità, affidata nel primo periodo di vita alla madre e ai fratelli, di insegnargli un comportamento sociale corretto, caratterizzato soprattutto dal sapersi relazionare con gli altri cani e con le persone e dall’essere in grado di esprimere gli stati d’animo nel modo giusto, senza mostrare tendenze negative. Si tratta appunto della cosiddetta socializzazione – intraspecifica tra cane e cane, interspecifica tra cane e persone – rivolta anche alla confidenza con oggetti e situazioni a cui l’animale si trova di fronte quotidianamente. E visto che si ha a che fare con dei cuccioli, cosa c’è di meglio che riuscire a coniugare l’aspetto ludico con quello educativo? La possibilità c’è, esistono infatti attività istruttive e giocose che si possono svolgere assieme a un cucciolo, per rafforzare la comunicazione e la collaborazione con l’amico umano e familiarizzare nel modo più consono con ciò che lo circonda. Veterinari ed educatori spiegano che questi giochi – alcuni dei quali non possono essere fatti a 2 mesi! – sono comunque basati sul carattere del cucciolo e sulle “vocazioni” che lo spingono maggiormente verso certi comportamenti e ad evitarne altri: fare “tira e molla” con un giochino o una corda sviluppa la competizione e chiarisce tipi di comando come “lascia!” mentre il lancio della pallina fa leva sulla motivazione predatoria – catturare una “preda” che si muove – ma può potenziare anche il rapporto con cose diverse, se protagoniste dei lanci; i giochi mentali come la coperta con le tasche che nasconde oggetti e cibo da scovare o il kong pieno di leccornie da estrarre sollecitano le capacità cognitive e la tendenza alla ricerca; i giochi di movimento, rincorrersi o recuperare una palla, un pupazzetto o un bastoncino, incoraggiano il piccolo nella motivazione cinestetica e a conoscere l’ambiente circostante.

È quindi opportuno sapere quali sono le predisposizioni del cucciolo per proporgli giochi gratificanti – e mai, mai eccessivamente stancanti! – ma è altrettanto rilevante riuscire a lavorare su quelle meno preponderanti, in modo da rendere equilibrato l’insieme delle sue motivazioni.

Fondamentale poi, attraverso il gioco, è far capire al cucciolo chiari e distinti segnali di inizio e di fine delle attività: il tutto senzza alzare la voce e men che meno con posture o gesti minacciosi e creando, invece, un’atmosfera rilassata e ricreativa. In questo modo svilupperà anche la capacità di attenzione e ascolto, un obiettivo che si raggiunge più facilmente se lo si fa divertire in un momento in cui si trova in uno stato di calma piuttosto che di esuberanza o di eccitazione.

Ogni gioco del resto, se condotto dal proprietario attraverso regole precise e stabili, può risultare utile per il futuro comportamento del cucciolo: ma non bisogna mai dimenticare che altrettanto importante è farlo interagire con altri cagnolini, per imparare a convivere in armonia con i suoi simili. Anche i nostri Snow, Tigra, Sophy, Scricciola, Frezza e Pepe sono impazienti sia di incontrare altri cuccioli che di trovare qualcuno di così speciale da permettere loro di giocare e imparare tutti i giorni, diventando i cani adulti liberi e gioiosi che si meritano di essere.