Ieri si è celebrata la Giornata Mondiale della voce, nata alla fine degli anni Novanta del secolo scorso con l’obiettivo di incoraggiare le persone a prendersi cura di quello che per l’uomo è sicuramente il più importante strumento di comunicazione.
E’ uno strumento che identifica (tant’è che ogni volto ha la sua voce) e con il quale si comunicano pensieri, emozioni, il sapere e le capacità e abilità espressive, che rivela la personalità e perfino i punti di forza e di debolezza di ciascun individuo.
Diciamo questo della voce umana, ma potremmo dire le stesse cose per la voce del cane (tant’è che ogni muso ha il suo abbaio), fatta di molte modulazioni ricche di significati ed essenziali per comunicare coi mondi intra e interspecifici. Ed esattamente come noi, anche il cane può diventare rauco o afono, riducendo o perdendo la capacità di abbaiare: succede se il cane ha usato la voce troppo a lungo, ma più spesso a causa di forme batteriche o virali, di una laringite, ma anche per alterazioni o neoplasie delle corde vocali o della laringe stessa, che è soggetta anche a paralisi. Tutto come nell’animale umano. Dunque: per chi è convinto che l’universo da amare sia più ampio di quello degli uomini, la Giornata mondiale della voce deve incoraggiare a prendersi cura anche della voce del cane, che di lui racconta il carattere, l’umore, i desideri, le emozioni e le angosce.