Dopo un po’ di tempo tornano i “Racconti in punta di coda” ospitati da Apaca in una sezione dedicata proprio ai racconti e alle poesie di chi accetta di inviarci i propri ricordi e le storie vissute (o immaginate) con un amico a quattro zampe. Racconti e poesie sono stati raccolti in due pubblicazioni.
Ed ecco, dunque, che: una notte accadde qualcosa di inaspettato che cambiò per sempre le sorti del lupo, della luna, dell’uomo e del mondo intero…
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La luna e i biscotti
di Melissa Corona
Narra una leggenda scandinava che un lupo gigante dalle cattive intenzioni avrebbe distrutto il mondo cominciando con l’inghiottire niente meno che la luna. Neanche fosse stata un biscotto! Ma come sono andate veramente le cose? Davvero un lupo mostruoso dalle dimensioni inimmaginabili avrebbe mangiato il nostro satellite per far piombare il mondo nel caos e nella distruzione? Non lo sapremo mai, ma le tracce di questa leggenda venuta da tempi remotissimi le possiamo intuire, come in controluce, guardando oggi ai nostri cani. Sì, proprio loro, i cuccioloni che ci fanno compagnia tutti i giorni, gli snelli pastori e i simpatici e svegli scodinzoloni che lavorano insieme agli umani, gli orgogliosi campioni di gare sportive, gli anzianotti dal pelo imbiancato che sembrano saggi nonni, minuscoli o giganti, pelosissimi o dal mantello corto corto, dalle orecchie multiformi e il pelo screziato di mille colori… insomma, i cani. Che sono così diversi tra loro da chiedersi se facciano parte della stessa specie ma che hanno un unico, indiscusso antenato, il lupo. E la connessione dove sta allora?
Tra poco ci arriviamo, ma prima dobbiamo tornare al lupone vichingo che voleva papparsi la luna.
Tutte le notti la inseguiva lungo la volta del cielo, in ogni occasione le pareva un po’ più vicina; la luna dal canto suo percorreva svelta il firmamento illuminato di migliaia e migliaia di stelle, che le indicavano la via da seguire fino all’arrivo del sole, quando sarebbe stata finalmente al sicuro. Povera luna, correre per ore e ore, fino al sorgere dell’alba, inseguita da un lupo famelico che la voleva ingoiare… e ce l’avrebbe fatta viste le sue dimensioni stratosferiche!
[su_expand more_text=”Leggi tutto” less_text=”Chiudi” height=”0″ link_color=”#5785a9″ link_style=”underlined”]Ma una notte accadde qualcosa di inaspettato che cambiò per sempre le sorti del lupo, della luna e del mondo intero, che fu in salvo a sua insaputa.
Il lupo, nella sua corsa sfrenata e affamata, inciampò in un meteorite che si trovava sulla sua scia, rotolò goffamente investendo con le sue zampone nuvole e astri e cadde giù dal cielo stellato. Volò verso il basso per un tempo interminabile fino a che non atterrò con un tonfo che parve un terremoto. Il lupo, furioso e confuso dentro all’enorme cratere che si era aperto, non capì subito ciò che gli era capitato: era piombato sulla terra, troppo lontano, davvero troppo ormai, per fare ritorno lassù nel cielo. Non avrebbe più potuto raggiungere l’arco celeste e la sua golosa luna, che ora lo guardava da quegli abissi di altezza, vagamente interrogativa. Sembrava essersi messa a splendere più del solito, forse finalmente sollevata di non dover più sfuggire alle fauci di quel lupo gigante che la faceva trottare all’impazzata intorno alla terra. Rallentò la sua fuga ma al suo giretto non rinunciò, solo decise che sarebbe stato lento e rilassato, con un occhio rivolto sempre verso il basso, non fosse mai che il lupo potesse sbucare di nuovo all’improvviso alle sue spalle. E invece, lui, sciagurato nemico ormai per nulla fatale, dopo essersi reso conto che non sarebbe mai più salito tra le stelle e i pianeti, ogni notte ululava pieno di risentimento verso la luna, che da quella distanza siderale aveva raggiunto la forma e le dimensioni di un vero e proprio biscotto argentato.
Di giorno il lupo girovagava solitario fra boschi e pianure, attraversando torrenti e scalando montagne, fino ad arrivare al mare del Nord, rimuginando sul suo triste destino. Quello era il mondo che avrebbe dovuto distruggere, non conoscere palmo a palmo nelle sue lunghissime, barbose esplorazioni. Di notte la rabbia lo assaliva collerica, e allora cercava un posto qualsiasi dove sedersi e mettersi ad abbaiare minacce alla luna. La storia potrebbe finire qui, con un finale un po’ malinconico e un po’ allegro, almeno dal punto di vista del nostro satellite preferito. Ma dobbiamo ancora parlare dei cani! Cosa avvenne quindi?
In uno dei suoi vagabondaggi il lupo si imbatté in un villaggio di uomini, sorto lungo le rive del mare e circondato da vette coperte di neve. Chi erano mai quegli esseri? Il lupo non ne aveva ancora visti di animali così strani, che stavano su due zampe e parlavano tra di loro. Non se ne curò più di tanto e quella notte si preparò al suo roboante latrato notturno da un’altura non lontana dalle casupole degli uomini. Urlò per delle ore ma ad un tratto un rumore di pietre smosse lo interruppe. Si voltò e vide una figura ferma su due piedi. Una giovane umana era salita sulla collina seguendo quel lamento infinito che non trovava tregua. Voleva consolare qualsiasi creatura stesse sbraitando in quel modo straziante, e aveva portato con sé alcuni biscotti farciti con miele. Quando vide la smisurata figura nera dal muso rabbioso e ringhiante rivolto verso di lei si spaventò non poco, nessuno degli animali selvatici che cercava di avvicinare e sfamare aveva un aspetto tanto terrificante. Le sfiorò la mente una favola della buonanotte che la nonna le raccontava da piccola, parlava di un mostro crepuscolare che avrebbe divorato la luna e causato la fine del mondo… Racimolato un po’ di coraggio, strinse un paio di biscotti tra le mani tremanti e li porse delicatamente al lupo, per poi correre via a perdifiato giù per la montagnola. Attratto da quelle piccole pietanze tondeggianti che tanto gli ricordavano la luna appesa su nel cielo, il lupo le sgranocchiò curioso. Non aveva mai assaggiato nulla di più buono, non che ci si aspettino gusti raffinati da un animale mitologico che dovrebbe annientare il pianeta, ma tant’è, i biscotti gli piacquero talmente tanto da dimenticarsi dell’astro che aveva inseguito per lungo tempo.
Non seppe mai se la luna fosse ugualmente deliziosa, ma decise che se la terra e i suoi abitanti umani avevano da offrire quel cibo sopraffino, sarebbe rimasto volentieri lì con loro. Da lui ebbe origine la stirpe dei lupi terrestri che tutti conosciamo, i quali non scordarono mai la storia della ragazza e dei biscotti, tramandata di lupacchiotto in lupacchiotto. Volevano assaggiare anche loro, come il loro antico avo, i dolcetti al miele, e si misero perciò a gironzolare attorno agli insediamenti degli uomini, fino a quando non strinsero con loro quell’amicizia senza fine che dura da millenni. Ed eccoci finalmente ai nostri cani! Il mito nordico del grande lupo affamato di luna spiega perché oggi loro, i diretti discendenti dei lupi primitivi, siano così affiatati con gli esseri umani, nelle notti di luna piena spesso mostrino una specie di nostalgica felicità a ululare al cielo e soprattutto perché li muova uno sconfinato entusiasmo di fronte ai biscotti di ogni forma e bontà.
Melissa Corona
ottobre 2021[/su_expand]