Facciamo un passo indietro e torniamo al 2017, quando l’ANMVI, l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani, sottolineò la necessità di una legge del Parlamento che disciplinasse i casi di aggressione messe in atto dai cani contro persone o altri animali.
Da allora ad oggi, il fenomeno non si è esaurito, anzi: la cronaca continua a riportare casi di attacchi in contesti pubblici o domestici e la questione rimane problematica. Di contro, si è certamente diffusa una maggiore cultura sulla questione dei cani mordaci, sulla corretta educazione e sulla gestione responsabile da parte dei proprietari, che devono rispondere sia civilmente che penalmente dei danni o delle lesioni provocate dal loro cane. Ma non basta, la richiesta dei veterinari del 2017 che sia una vera e propria legge a regolare episodi anche gravi di morsicatura resta assolutamente attuale, piichè serve una normativa che ripensi a livello operativo, legislativo e finanziario l’intervento su aggressori e aggrediti, in modo da risultare maggiormente efficace sul piano della prevenzione e dell’informazione, delle misure sanzionatorie, della tutela della sanità pubblica e del monitoraggio del fenomeno.
Fino a questo momento, infatti, i provvedimenti prorogati dalle ordinanze del Ministero della Salute – come la valutazione del cane mordace, il registro dei soggetti considerati pericolosi, il possesso del patentino per i proprietari di cani “a rischio e/o pericolosi” – non sono bastati e non bastano a far diminuire i rischi e ad arginare il problema. Si può e si deve ancora fare tanto affinché le persone e i cani non debbano soffrire una situazione che ci coinvolge tutti, come individui e come società che non può smettere di crescere in civiltà.