Un team di ricercatori dello Yellowstone Wolf Project dello Yellowstone Center for Resources del Yellowstone National Park ha pubblicato a fine novembre su Communications Biology lo studio “Parasitic infection increases risk-taking in a social, intermediate host carnivore” che raccoglie un’attività di ricerca durata ben 26 anni: la conclusione principale è che i lupi che vengono infettati dal Toxoplasma gondii hanno molte più probabilità di diventare leader del loro branco.
Toxoplasma gondii è l’agente che provoca la toxoplasmosi (che è forse la più nota zoonosi alimentare). Il ciclo del parassita include anche un ruolo per alcuni felini (tra cui il gatto), in cui tra l’altro il protozoo ha una fase di riproduzione sessuata: un obiettivo strategico per il Toxoplasma, che per aumentare la probabilità di raggiungere il corpo del gatto riesce a modificare il comportamento dei roditori che infesta, facendoli diventare più esplorativi e più temerari nei confronti dei gatti. E di recente, un team di ricercatori statunitensi e kenyani ha dimostrato che in Kenya, per la stessa ragione, le iene infettate da Toxoplasma hanno maggiori probabilità di venire mangiate dai leoni. Ma anche nell’animale umano sono stati riscontrati cambiamenti fisici e comportamentali: infatti, la produzione di testosterone e dopamina risulta aumentata e le persone infette tendono a correre più rischi.
Tutte queste ricerche avevano dimostrato in sostanza che la toxoplasmosi poteva portare a un aumento di comportamenti inusuali o aggressivi e uno studio condotto sempre sui lupi dello Yellowstone aveva già evidenziato come “i giovani lupi infetti tendevano a lasciare i loro branchi prima di quelli non infetti. I maschi infetti avevano il 50% di probabilità in più di lasciare il branco già 6 mesi dopo la nascita, mentre i maschi normalmente rimangono fino a 21 mesi. E le femmine infette avevano il 25% in più di probabilità di lasciare il branco a 30 mesi, rispetto ai normali 48”.
Con il nuovo studio dei ricercatori dello Yellowstone Wolf Project si è ora arrivati a concludere che i maschi infetti da Toxoplasma gondii hanno “una probabilità 46 volte maggiore di diventare capibranco rispetto ai maschi non infetti” e che “le differenze di comportamento sono probabilmente dovute all’impatto del parassita sul cervello dei lupi, rendendoli più audaci e meno propensi a tirarsi indietro quando vengono sfidati da altri”.
Lo studio ha anche una valenza generale di straordinaria importanza perchè “fornisce prove convincenti della profonda influenza che i patogeni possono avere sull’ecologia e sul comportamento delle popolazioni di animali selvatici e, in questo caso, dei lupi.” Come sottolinea uno dei ricercatori “la morale della storia è che i parassiti possono essere i principali attori negli ecosistemi e potrebbero avere un ruolo molto più ampio di quello che generalmente si attribuisce loro”.