Tra i cani, solo loro sanno distinguere l’umano competente dall’incompetente
La reputazione – ci ricorda un gruppo di scienziati del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Kyoto – è considerata un ruolo importante nel mantenimento delle società cooperative su larga scala degli esseri umani. Alcuni primati non umani, come scimpanzè e scimmie cappuccine, in cattività valutano anche socialmente gli esseri umani, anche se è improbabile che tale capacità specifica sia necessaria in natura. E i cani? Durante il lungo processo di coesistenza con gli esseri umani, i cani hanno acquisito capacità relativamente sofisticate per leggere il comportamento umano e comunicare con gli esseri umani e hanno anche innumerevoli opportunità di conoscere il comportamento umano attraverso interazioni dirette e indirette con gli esseri umani: tutto ciò, rende plausibile che i cani valutino socialmente gli esseri umani su base giornaliera. Ma è davvero così? E ciò vale per tutti i cani?
Il gruppo di studio ha condotto una serie di prove per comprendere se i cani sanno andare oltre la semplice capacità di selezionare gli umani sulla base dei risultati benefici che producono (ad es. l’uomo “generoso” e l’uomo ”egoista” rispetto al cibo o a vantaggi sociali che può loro trasferire) e se magari sanno valutare anche la loro “competenza” (ossia ciò che gli uomini dimostrano in termini di efficacia, abilità, creatività, fiducia, intelligenza, ecc.).
La sperimentazione è consistita nel porre i cani dinanzi a due attori umani: uno che riusciva a rimuovere un oggetto da un contenitore aprendo il coperchio (persona competente) e un altro che al contrario falliva (persona incompetente). Dopo aver dimostrato le loro azioni due volte con diversi contenitori, entrambi i soggetti hanno cercato contemporaneamente di aprire un terzo contenitore che conteneva cibo (“condizione cibo”) oppure era vuoto (“condizione vuota”). Ebbene, i cani messi insieme ai due umani nella “condizione cibo” hanno esaminato la persona competente più a lungo di quella incompetente, e si sono avvicinate alla prima. Al contrario, i cani collocati nella “condizione vuota” non hanno mostrato preferenze per nessuno dei due uomini. Dunque, ciò suggerisce che i cani possono riconoscere diversi livelli di competenza negli esseri umani e che questa capacità influenza il loro comportamento in base a una prima situazione (vale a dire in base a quanto era successo quando le due persone aprivano o non sapevano aprire i rispettivi contenitori).
Ma di che sesso erano i cani che hanno dimostrato di saper valutare la competenza di un essere umano e di adattare il loro comportamento in base alle loro valutazioni sociali, prevedendo, in sostanza, che la persona competente avrebbe saputo come aprire il contenitore e che quindi loro avrebbero potuto ottenere il cibo? Erano solo femmine!
La conferma, dunque, che anche per i cani – come per molte altre specie di mammiferi (tra cui l’uomo!) – la superiorità nel dominio cognitivo sociale è una prerogativa del sesso femminile!