Qualche giorno fa si è diffusa la notizia che il 28 febbraio scorso le autorità di Hong Kong hanno segnalato che sulla mucosa orale e nasale di un cane appartenente ad una donna colpita dal SARS-CoV-2 sono state trovate tracce dello stesso virus. Una notizia troppo ghiotta per non essere trasformata in un nuovo allarme, alimentando l’apprensione di quella parte della società che ha rinunciato alle verità scientifiche, travolta da irrazionalità e panico. In qualche area della Cina, poi, accanto a misure che vietano il consumo della carne di cane (e di altre specie esotiche, forse avviando una nuova fase “culturale” che metterebbe al bando pratiche medioevali) si sta anche bloccando la circolazione di cani e gatti in pubblico e addirittura ci sono inviti pressanti alla loro soppressione, dimenticando che gli animali da compagnia non hanno contribuito neppure allo scoppio della SARS nel 2002-2003 (Peter J. Li, specialista in politica cinese della Humane Society International).
In realtà, il cane di Hong Kong non presenta sintomi di malattia – dice il nostro Istituto Superiore di Sanità – e non esistono assolutamente prove che dimostrino che animali come cani o gatti possano essere infettati dal SARS-CoV-2, né che possano essere una fonte di infezione per l’uomo.
Un’altra conferma del fatto che, oggi, la trasmissione di Covid-19 è solo uomo-uomo è arrivata dal Cdc (Center for Disease Control and Prevention) di Atlanta, che ha voluto anche ricordare che non ci sono al mondo casi di animali malati, ma un solo caso di animale positivo e senza segni di malattia. Non c’è stato, quindi, alcun salto di specie e, secondo quanto dichiarato oggi a “Repubblica” dal direttore del Dipartimento sicurezza alimentare, nutrizione e sanità pubblica veterinaria dell’Istituto superiore di Sanità, “è verosimile che sia stata la donna a infettare il cane e che il virus sia presente nella mucosa del cane come su piatti o tovaglioli utilizzati”.
La verità, dunque, sembra essere una e una soltanto e cioè che, al momento, ognuno ha i suoi coronavirus! Si perchè, ad esempio nei gatti, l’infezione da coronavirus è molto comune e provoca, di regola, solo una lieve diarrea: solo se subisce una mutazione provoca la peritonite infettiva felina (FIP), che è una malattia molto grave ma non trasmissibile alle persone o agli altri animali domestici. E anche i cani non si fanno mancare il loro coronavirus, che provoca una malattia gastrointestinale acuta (gastroenterite), veicolata soprattutto da feci infette, che contagia più facilmente i cuccioli, ma colpisce i cani a qualsiasi età, ma che non si trasmette all’uomo.
Ed ecco il consiglio delle autorità sanitarie: chi di noi è stato infettato dal SARS-CoV-2 usi mascherina e si lavi le mani anche quando entra in contatto con cani e gatti, perchè il rischio è che siamo noi a riempirli del “nostro” coronavirus!