Ha trascorso la maggior parte della sua vita legato a una catena cortissima e mangiando occasionalmente pessimo cibo lanciato da lontano. Probabilmente ha subito anche non poche aggressioni da parte di cani che erano invece liberi e sicuramente è stato picchiato.
Quando è arrivato in rifugio – poco più di tre anni fa – non mangiava dalla ciotola, non si lasciava avvicinare e si rannicchiava su se stesso non appena i volontari entravano con gli attrezzi per la pulizia del box. Lentamente ha cominciato a fidarsi degli uomini e delle donne che ogni giorno gli si rivolgevano dolcemente, con parole e gesti a lui sconosciuti, diventando alla fine quello che è oggi: un magnifico cane, dolcissimo con le persone (un po’ meno con i suoi simili), affettuoso e giocolone, nonostante i suoi ormai undici anni.
Si chiama Pelmo e il nome gli si adatta come un vestito: fiero incrocio di pastore tedesco a pelo lungo celebra con il suo nome – e il suo portamento – una delle montagne più maestose delle Dolomiti. Da tempo aveva trovato in Mitia una guida sicura e un volontario che aveva deciso di prendersi cura di lui quasi quotidianamente: e appena c’è stata la possibilità, Mitia lo ha adottato e portato in quella che sarà la sua nuova casa, una casa con un bel giardino da sorvegliare e nessun luogo vietato, dove potrà trascorrere gli ultimi anni di una vita che è valso la pena vivere solo per poter incontrare Mitia.
L’abbraccio e il saluto di tutti i volontari a un cane finalmente felice.