Per i cani, stesso modello della scuola per cuccioli d’uomo

Per i cani, stesso modello della scuola per cuccioli d’uomo

L’apprendimento senza ansia per cani e animali umani

C’è un’assonanza sorprendente tra il pensiero educativo di un liceo romano e gli orientamenti più recenti in tema di relazioni tra specie biologiche diverse.

Cominciamo con la citazione – di Michele Pellerey, docente all’Università Salesiana – d’apertura del progetto  “Scuola delle Relazioni e delle Responsabilità” del Liceo Morgagni di Roma (dove, per sette anni a partire dal 2016 gli alunni della sezione G hanno sperimentato nuove modalità d’insegnamento e di valutazione, senza l’ansia dei voti e l’onere pesante dei compiti a casa): “Sostenere il sentirsi origine delle proprie decisioni e azioni, sollecitare e guidare la crescita nella capacità di auto-dirigere e autoregolare il proprio apprendimento sono modalità educative essenziali perché il singolo riesca a elaborare un progetto di vita (omissis) e si impegni nel creare le condizioni soggettive e contestuali per realizzarlo”.

Che dire? “Sostenere il sentirsi origine delle proprie decisioni e azioni, sollecitare e guidare la crescita nella capacità di auto-dirigere e autoregolare il proprio apprendimento” è esattamente ciò che cerchiamo di realizzare ogni giorno in canile soprattutto con i soggetti problematici, alla ricerca di un equilibrio che sarà meno precario quanto più auto-diretto e autoregolato.

Ma c’è di più. Il Liceo Morgagni spiega che il progetto ha come obiettivo primario “un apprendimento sereno ed efficace: ottenere il successo scolastico in una cornice serena e il più possibile priva di ansia. Ma, più in generale, l’obiettivo è quello di fare esperienza di una scuola capace di valorizzare e sviluppare al meglio il potenziale educativo dei giovani, ponendo la giusta rilevanza alle dimensioni metacognitive e affettivo motivazionali.

Proviamo ad adattare questa frase alle relazioni che cerchiamo di costruire con i cani del rifugio…suonerebbe all’incirca così (in corsivo le variazioni): l’obiettivo primario è “un apprendimento sereno ed efficace: ottenere relazioni corrette in una cornice serena e il più possibile priva di ansia. Ma, più in generale, l’obiettivo è quello di fare esperienza di un contesto capace di valorizzare e sviluppare al meglio il potenziale dei cani, ponendo la giusta rilevanza alle dimensioni metacognitive e affettivo motivazionali.”

A nessuno sfugge che entrambi i concetti abbiano senso compiuto ed esprimano un’analogia straordinaria, che presuppone “maestri” consapevoli in ognuno dei due contesti: gli insegnanti (e i genitori) per i cuccioli di uomo; gli educatori e i volontari per i cani, “maestri” per i quali l’unica relazione che abbia qualche vera opportunità educativa non può che essere quella in cui essi si rivolgono all’ “alunno” con l’animo di chi vuole veramente prendersi cura dell’animale di turno…sia esso umano o non.

Ma se questo approccio è tutt’ora un’esclusiva dei progetti e della sperimentazione e non della generalità del sistema scolastico per cuccioli d’uomo, come meravigliarsi che sia del tutto ignoto alla gran parte di coloro che si accompagnano – anche da volontari di canile – a un cane?