Piccola storia di APACA: il progetto “Sogni d’oro”

Piccola storia di APACA: il progetto “Sogni d’oro”

Nel 2017, l’apertura del rifugio verso la società civile porta anche ad attivare tre significative collaborazioni: con il Centro Italiano di Solidarietà di Belluno per periodi di volontariato svolti in canile da persone in riabilitazione da politossicodipendenza; con il Centro diurno psichiatrico di Pieve di Cadore per attività in rifugio di persone affette soprattutto da disturbo d’ansia; e con il Centro diurno persone disabili di Belluno per azioni di interazione dei pazienti con la realtà del canile-rifugio.

La conferenza stampa di presentazione del progetto “Sogni d’oro” è ospitata dal Comune di Belluno. Da sinistra a destra: Federica Fajella, Kelly Callegher e Mirko Zuccari. Dietro: Jacopo Massaro, Lucia Olivotto, Walter Capraro, Manuela Prade e Lorenzo Bortoluzzi

Nello stesso anno, il Consiglio Direttivo passa ad otto membri ed anche il numero dei soci aumenta. APACA e la sezione locale di LAV-Lega Antivivisezione realizzano insieme il progetto “Sogni d’oro”, che nasce dalla disposizione testamentaria di una generosa bellunese che ha messo a disposizione una somma di denaro da utilizzare per i cani del rifugio. I vecchi ricoveri in legno vengono sostituiti con “zone notte”, strutture coibentate che garantiscono ai cani – e soprattutto a quelli più anziani che maggiormente soffrono per le basse temperature durante il freddo e lungo periodo invernale – una permanenza più confortevole e salubre.

Nel primo semestre viene organizzato per la prima volta in provincia un corso per operatore di canile: oltre cinquanta partecipanti frequentano 35 ore di lezioni teoriche e pratiche, tenute da veterinari pubblici e privati, comportamentalisti, avvocati ed educatori cinofili. A ottobre si svolge, invece, il corso per proprietari di cani pericolosi, che APACA gestisce su incarico del Servizio Veterinario dell’Ulss n.1 Dolomiti: vi partecipano i proprietari dei cani coinvolti in eventi di morsicatura, ma la formula originale con cui il corso viene proposto (lezioni teoriche a cui è affiancato un modulo pratico col cane di proprietà) induce alla partecipazione anche molte persone che non vi sarebbero obbligate.