L’insediamento del lupo nell’area della foresta del Cansiglio è avvenuto nella prima metà del 2015. Nel tempo, le indagini sono state portate avanti da un gruppo di lavoro composto dai ricercarori Francesco Mezzavilla, Luca Zanchettin, Mauro da Ros, Silvia Felappi, Guerrino Malagola e Juri Mognol. Attualmente il team opera attivamente nell’area ed è composto da 5 iscritti al Cai e 4 operanti all’interno del Gruppo Grandi Carnivori e due sono anche appartenenti all’Associazione Naturalistica G. Lorenzoni, attiva nell’area con la gestione del Giardino Botanico del Cansiglio e con le attività didattiche connesse. I risultati della ricerca sono stati pubblicati in un libro dal titolo “Il lupo in Cansiglio”, patrocinato dal Cai Conegliano, dal Gruppo Grandi Carnivori e dall’Associazione Naturalistica Lorenzoni.
Così si legge sul Notiziario di marzo del Club Alpino Italiano che anticipa anche qualche dato della ricerca. In Cansiglio, fino ai mesi di ottobre e novembre del 2018 è stata rilevata la presenza di un unico individuo, probabilmente maschio. Poi si è formata una coppia stabile che nel 2019 e nel 2020 ha dato alla luce dieci nuovi cuccioli, in totale.
Nell’area il lupo ha predato quasi esclusivamente giovani cervi ed in misura molto minore daini, caprioli e un solo cinghiale: invece, il bestiame domestico (pecore) è stato interessato dalle predazioni solo in maniera molto limitata e ciò è senz’altro riconducibile alla forte presenza di ungulati selvatici. In cinque anni di presenza – si legge nella recensione della ricerca fatta da “Il Corriere delle Alpi” – sono state documentate 71 predazioni, escluse otto di dubbia interpretazione, non certamente attribuibili al lupo. La specie maggiormente predata è risultata il cervo, con 56 individui. Tra questi, solo otto sono risultati di età superiore ai due anni. In un solo caso è stato trovato un maschio fusone. In pochi casi si trattava di femmine mature mentre nella maggior parte le prede erano giovani.
Secondo gli autori del volume, l’arrivo del lupo è stato l’elemento naturale che ha contribuito alla riduzione del cervo (la cui presenza, secondo cacciatori e allevatori, avrebbe dovuto essere regimentata attraverso l’abbattimento!) e ciò “ha mitigato l’impatto derivato dal pascolamento di questo ungulato nelle aree adibite a pascolo e produzione di fieno e/o insilato d’erba delle cinque aziende agricole operanti nella Piana e in Valmenera”. In futuro, “un altro probabile effetto sarà la mitigazione dei danni arrecati al bosco in termini di riduzione delle piante del sottobosco e della rinnovazione del faggio e dell’abete”.
La casa editrice è Grafiche De Bastiani Snc Di De Bastiani A.& C di Godege sant’Urbano (TV).