Sono davvero molte le figure professionali che ruotano intorno al cane e non sempre è agevole distinguere compiti e competenze, complice una terminologia spesso per addetti ai lavori. Può anche accadere che qualche “professionista” del settore ne approfitti, vantando competenze che invece spetterebbero a soggetti più qualificati: è il caso, ad esempio, dell’operatore cinofilo che accetta di essere chiamato istruttore o dell’istruttore che non disdegna il titolo di comportamentalista. Anche nel delicato settore degli Interventi Assistiti con gli Animali si rischia di confondere le professionalità ed è bene, invece, sapere, ad esempio, che coadiutore e operatore sono due figure ben distinte.
E poi ci sono i nuovi e nuovissimi lavori legati al mondo dei cani, che possono essere svolti anche senza alcuna professionalità, con gravi rischi per il cane.
La professione per eccellenza è quella del veterinario, che è un medico laureato in Medicina Veterinaria e può operare all’interno della pubblica amministrazione oppure nel privato (istituti di ricerca, allevamenti, aziende di trasformazione dei prodotti di origine animale) o esercitare la libera professione purchè iscritto all’Ordine dei Medici Veterinari.
Esiste, poi, la Medicina Comportamentale, ossia una branca della Medicina Veterinaria che si rivolge al comportamento animale, in particolare del cane, del gatto e dei nuovi animali da compagnia: il Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale è la figura professionale che possiede conoscenze di medicina comportamentale, medicina interna ed etologia clinica. Il percorso didattico per ottenere la qualifica di “Esperto in Comportamento Animale” è costituito dalla laurea magistrale in Medicina Veterinaria seguita da un Master di II livello o da una Scuola di Specialità. Il compito del Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale è diagnosticare la presenza di una patologia comportamentale eseguendo la diagnosi differenziale rispetto a patologie organiche e progettare l’intervento riabilitativo.
L’assistente veterinario è paragonabile, invece, ad un infermiere professionale della medicina umana: ha frequentato un Corso triennale di Laurea (attivo ad es. a Udine) o un Master (ad es. a Teramo) che ha lo scopo di preparare laureati che siano in grado di operare nella gestione tecnica ed igienica dell’allevamento degli animali di affezione e di svolgere attività nell’ambito dei laboratori diagnostici e di analisi di interesse veterinario (amministrazione dello studio, ricezione dei clienti e dei pets, esecuzione delle analisi di laboratorio e assistenza durante le visite o gli interventi chirurgici).
Il Corso di Laurea in Tecniche di allevamento animale e educazione cinofila (Pisa) e quello in Allevamento e benessere animale (Milano, Udine) formano, invece, tecnici professionisti in grado di occuparsi della gestione tecnica, igienica ed economica dell’allevamento degli animali, della selezione e del miglioramento genetico, dell’alimentazione, della legislazione, della sanità e benessere degli animali, delle tecniche laboratoristiche biomediche veterinarie e dell’educazione comportamentale del cane per favorire lo sviluppo di una corretta socializzazione.Per il conseguimento della laurea è necessaria la conoscenza di una lingua dell’Unione Europea e il possesso di adeguate conoscenze informatiche. Si approda poi al Master universitario di I livello in “Istruzione Cinofila” che dura un anno e ha lo scopo di formare professionisti esperti nel campo dell’addestramento del cane e nella gestione di scuole di istruzione cinofila. Altri corsi di laurea di I livello si trovano a Bari (Scienze dell’allevamento e del benessere del cane e del gatto) e Teramo (Tutela e benessere animale). – continua-