Prorogati i divieti sui bocconi avvelenati. Belluno tra le zone più a rischio

Prorogati i divieti sui bocconi avvelenati. Belluno tra le zone più a rischio

Casi di avvelenamento nel Triveneto. Periodo 2011-2013 (fonte IZSV)

Il 18 luglio è entrata in vigore la nuova Ordinanza ministeriale “Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati”, un atto indispensabile per tutelare gli animali, che il Ministro Lorenzin ha firmato il 13 giugno, vale a dire cinque mesi dopo la scadenza del precedente provvedimento.

E’ un provvedimento che interessa molto anche la nostra Provincia, dove la pratica criminale degli avvelenamenti e dello spargimento delle esche è tuttora molto diffusa, come dimostrano i dati raccolti ed elaborati dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, che indicano proprio in Verona, Belluno, Trento e Pordenone le provincie dove avviene il maggior numero di avvelenamenti effettivi.

L’Ordinanza, che resterà in vigore 12 mesi, ha confermato i ruoli del veterinario, dell’Usl e dell’Istituto Zooprofilattico ed anche quello del Sindaco che, non appena ricevuta la denuncia, deve subito avviare un’indagine.

Mappa Esche
Ritrovamenti di esche nel Triveneto. Periodo 2011-2013 (fonte IZSV)

Le modifiche principali rispetto alle regole precedenti riguardano l’ottimizzazione del procedimento di segnalazione per l’attivazione delle procedure di allerta da parte delle autorità competenti e le attività degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali quali accertatori del presunto avvelenamento. Tra gli aspetti innovativi ci sono anche la necessità di indicare l’antidoto negli avvisi che annunciano le operazioni di derattizzazione eseguite dalle ditte specializzate; il dovere per il Sindaco di individuare le modalità di bonifica del luogo interessato entro 48 ore dalla ricezione del referto dell’Istituto Zooprofilattico che non esclude il sospetto di avvelenamento (mentre, prima, l’obbligo scattava solo se c’era certezza dell’avvelenamento).

Ovviamente, la proroga va benissimo, ma è ormai ora che sull’argomento sia approvata una legge definitiva da parte del parlamento: solo così si potranno evitare, in futuro, vuoti normativi – come quello che si è verificato quest’anno- e incertezze immotivate su divieti e obblighi che  ormai fanno parte della disciplina di salvaguardia degli animali.