Tra un po’ sarà tempo di bagni in mare o al lago o nei fiumi e torrenti, con cani stimolati a nuotare e a riportare legnetti e palline. Il problema è che il cane non è in grado di capire quando è ora di smettere di ingurgitare acqua (il fabbisogno normale è di 40-80 millilitri di acqua per chilo di peso corporeo al giorno) e se accade che sia troppa quella che beve mentre nuota o “morde” le onde o afferra l’oggetto da riportare allora i problemi possono diventare davvero molto seri.
Se il cane ingurgita troppa acqua salata può incorrere in un disturbo elettrolitico caratterizzato in una eccessiva concentrazione di sodio nel sangue: è l’ipersodiemia (o ipernatriemia), i cui primi sintomi sono nausea e vomito, ma che può rapidamente evolvere in difficoltà respiratorie, collasso, perdita di coscienza, convulsioni, emorragie cerebrali, ischemie, coma e morte. La prima cosa da fare è cercare di far bere dell’acqua dolce al cane per abbassare la concentrazione di sodio, ma il ricorso alle cure veterinarie è la scelta da fare quanto prima.
Si parla invece di iponatriemia (o iposodiemia) quando i valori ematici di sodio scendono nel cane al di sotto dei 140 mEq/l: a provocarla può essere un esagerato apporto di acqua dolce che provoca, appunto, un abbassamento eccessivo della concentrazione di sodio nel sangue dell’animale. I sintomi sono, anche in questo caso, debolezza estrema, apatia, inappetenza, nausea e vomito e, successivamente, convulsioni e coma. Cercare di ripristinare i valori normali di sodio nel sangue è compito esclusivo del veterinario, perchè è un’operazione delicata che va condotta con gradualità e competenza.
In realtà, le cause dell’ipernatriemia, così come dell’iponatriemia possono essere molte (tra cui patologie specifiche, diarree importanti, colpi di calore ecc.), ma se a provocarle è l’ingestione d’acqua allora i cani più a rischio sono quelli di piccola taglia (che proprio in ragione della dimensione subiscono più rapidamente le alterazioni nella concentrazione di sodio), ma è evidente che ogni cane è esposto al pericolo, che peraltro può essere facilmente evitato limitando la permanenza del cane in acqua, dolce o salata che sia.