Si chiama Birillo, ha 9 mesi e da circa una settimana catalizza l’attenzione dei volontari, che il cucciolo fissa con occhi spauriti, spesso tremando, eliminando feci e urine, sfuggendo al contatto e rintanandosi in un angolo del box interno nel quale è stato sistemato.
Birillo viene da una situazione difficile, ma non drammatica e la paura che dimostra – con manifestazioni simili a quelle dello stato fobico- non è detto che derivi necessariamente da esperienze traumatiche. Potremmo, infatti, trovarci di fronte alla c.d. seconda fase dell’effetto della paura, ossia a quel periodo (tra i 6 e gli 11 mesi) in cui il cucciolo dimostra timore e paura davanti a situazioni nuove. In ogni caso, è una fase evolutiva delicata che richiederebbe un ambiente molto più tranquillizzante e attento di un canile-rifugio: ma la Vice-Presidente di APACA ce la sta mettendo tutta e incoraggia il cucciolo ad ogni piccolo progresso, cercando di rafforzare la sua capacità nell’affrontare soprattutto la presenza delle persone.
Ed è proprio questo che deve fare Birillo: migliorare assolutamente la relazione con gli umani e rafforzare la sicurezza in se stesso. Se non ci riuscirà, rischia di passare molto tempo in rifugio, perchè un cane pauroso è un cane con meno chances di trovare una famiglia che lo adotti essendo, per definizione, un cane problematico, che può sviluppare anche una aggressività specifica di non facile correzione in età adulta.
Ecco perchè tutti i volontari stanno facendo il tifo per il cucciolo ed evitano – con un po’ di fatica – di coccolarlo ed accarezzarlo quando trema o si rintana in un angolo del box: sanno, infatti, che la consolazione rafforzerebbe soltanto la sua paura. Alla fine dovrà essere il cucciolo a decidere se confrontarsi con le sue paure: e, in questi giorni, tutti cercano di convincerlo che è la cosa migliore da fare e provano a creano situazioni in cui Birillo si senta vincitore…e noi con lui!