Poco prima di Natale è morta Sofia, una femmina meticcia di cui non era nota l’età e che la vita ha solo spaventato e maltrattato.
Nella sua scheda, Valentina Dal Farra aveva scritto: “per favore, non fatemi dire niente, non ne ho le forze oltre che non averne più la voglia. Nessuno è più triste, spaventato e maltrattato dalla vita. ”
E Sofia era davvero così! Arrivata in rifugio il 25 settembre 2009, faceva parte di un gruppo di randagi che comprendeva due cuccioloni, Alex e Clide, e altre tre femmine adulte, Martina, Betty e Bonny. Si trattava di un branco di “selvatici” catturati nelle prealpi feltrine e trasferiti in rifugio dopo un periodo di osservazione in canile sanitario. Sofia – come il resto del gruppo- era inavvicinabile, tanto che il veterinario dovette sedarla per poterla visitare e vaccinare. Una situazione che si ripresentò nel 2011, quando, proprio per evitarle la sedazione, venne esentata dalla vaccinazione antirabbica in considerazione del fatto che viveva in una struttura protetta, dove non c’era possibilità di contato con animali selvatici o esterni non vaccinati.
Tutti i cani del gruppo hanno presentato, nel tempo, gravi patologie e Sofia non ha fatto eccezione: prima un gravissimo ictus, dal quale si riprese grazie alle cure prestate e, poi, la cecità, che nel giro di pochissimo tempo è diventata totale e l’ha resa ovviamente ancora più spaventata e timorosa.
L’assenza, all’epoca, di professionisti che potessero cimentarsi in un recupero comportamentale – comunque assai difficile – e la malattia invalidante che colpì Sofia ancora in giovane età hanno contribuito a rendere rari i suoi contatti con le persone: un po’ meglio, invece, è andata con i cani dei box vicini al suo e soprattutto con Boss, Bubba, Blanco ed Emma, coi quali, soprattutto negli ultimi tre anni, ha trascorso delle ore nelle aree di sgambamento.
Sofia è stato, davvero, uno dei casi più tristi che il rifugio abbia vissuto in questi anni: un essere spaventato e maltrattato dalla vita, un cane che, proprio per questo, avrà sempre un posto speciale in fondo al nostro cuore.