Prosegue la pubblicazione delle piccole storie delle adozioni dei cani del rifugio. Questa volta è Giuliana che ha raccolto i pensieri di Zuma…
“Ciao. Vi ricordate di me? Sono Zuma. “Ma é il nostro Zuma? Zuma di Apaca?” : così ha detto Paola (Lotto, presidente di Apaca, n.d.r.) quando ci siamo incontrati alla passeggiata organizzata a settembre per la Sagra di Mussoi. “Certo – ha riposto la mia mamma – é il vostro ma ora nostro Zuma!” A proposito ricordo a tutti molto immodestamente che sono arrivato primo! Eh già sono proprio un atleta io e “costringo” la mia mamma Giuliana a tenersi in forma.
Ci divertiamo un sacco insieme, facciamo lunghissime passeggiate (o meglio corse!) giù al Piave e in altri bellissimi posti. Mica solo la domenica eh!: ogni mattina e sera. Poi giochiamo con la palla e il tira e molla e con le sue ciabatte appena apre la porta di casa.
Le cose ultimamente, però, sono moooolto strane. Intanto lei é sempre a casa (home working lo chiama) e così stiamo insieme tutto il giorno e fino a qui tutto bene! Ma da qualche giorno non mi capacito. Partiamo saltellanti con pettorina e guinzaglio, ma invece di proseguire verso il Piave o saltare in macchina per andare a farci un giro nei boschi, si gira e torna indietro. Io la guardo perplesso e provo a tirare in direzione opposta, ma lei é irremovibile. Mi coccola, ma non cambia idea. Sconsolato la guardo e torniamo a casa. Per fortuna ho un bel giardino dove corro e gioco insieme a Chicca, la pelosa della padrona di casa. Ma certo prima era meglio! Pazienza, come dicono tutti: ce la faremo. I prati, i boschi, il Piave sono là fuori e ci aspettano”.