Circola in questi giorni sul web (piattaforma change.org) una petizione con la quale si chiede che nei canili diventi obbligatorio installare telecamere per controllare l’operato dei gestori.
E’ una richiesta sacrosanta, perchè in Italia – al Sud, al Centro e anche al Nord- ci sono tanti canili lager nei quali i cani entrano in un determinato modo, ma poi si riducono in condizioni terribili, proprio nel luogo dove, secondo la legge, l’animale dovrebbe ricevere le cure necessarie per poi essere adottato. Ci sono cani che non mangiano, che vivono tra i loro escrementi, che impazziscono, che si abbandonano alla morte, altri che sono costretti a sbranare i loro simili per sopravvivere. Ci sono cani che vengono picchiati dagli operatori dei canili e che non escono mai per anni. Ci sono cani destinati a morire nei canili lager per interesse dei gestori. Con le telecamere installate – dicono i promotori della petizione – si potrebbe provare l’operato degli operatori, documentando come si comportano con gli animali e come li trattano.
E in APACA, com’è la situazione? Da oltre un anno, il canile-rifugio è dotato di telecamere ad infrarossi in grado di filmare anche al buio e alle quali è stata, comunque, affiancata una rete di luci a led con sensori di movimento. Sono state installate per esigenze di videosorveglianza, dato che è capitato che cuccioli e cani venissero gettati dentro la recinzione o legati al cancello del rifugio. Il sistema di telecamere funge anche da deterrente per quei criminali che, nottetempo, fossero tentati di penetrare all’interno del canile e prelevare animali da avviare alla vendita on line o ai combattimenti o alla vivisezione o, più semplicemente, all’accattonaggio. Le telecamere garantiscono anche il monitoraggio delle visite, tanto che, solo qualche mese fa, ci hanno permesso di rintracciare gli autori del furto di uno smartphone lasciato incautamente sulla scrivania dell’ufficio.
Invece, non abbiamo mai pensato che le telecamere che sono state installate potessero anche documentare la correttezza nostra e dei nostri volontari nell’accudire i cani ospiti. La petizione, però, ci ha fatto riflettere anche su questo aspetto: il fatto che in ogni momento -grazie alle registrazioni 24h su 24h- siamo in grado di documentare le attività svolte in rifugio rende la struttura perfettamente trasparente, proprio come deve essere un luogo dove si riversano le attenzioni, le sensibilità e anche gli aiuti di centinaia di persone che vogliono aiutare APACA e i suoi cani.
Peraltro, ciò che siamo in grado di documentare con le telecamere altro non è che ciò che chiunque viene a farci visita può vedere con i propri occhi: se non proprio il benessere, qualcosa che, compatibilmente con una detenzione forzata, gli somiglia almeno un po’!