Raccolto dalla strada solo perchè troppo impacciato per scappare, a un gatto dall’andatura traballante la vita in famiglia regala affetto e serenità.
“Come un fiocco di neve”
Eravamo tre cuccioli randagi e la nostra vita scorreva tristemente e in solitudine sotto un ponte.
La nostra mamma si allontanava tutti i giorni alla ricerca del cibo per il nostro sostentamento e, un giorno, non tornò più.
Passò del tempo e in un freddo mattino d’inverno vidi avvicinarsi una signora a noi sconosciuta. I miei fratellini fuggirono spaventati ed io, che sono sempre stato lento e po’ impacciato nei movimenti, venni preso e portato via tra le sue braccia.
Arrivai in una casa dove vivevano già numerosi gatti e i rapporti con loro furono subito difficili, forse anche a causa del mio carattere dominante e un po’ prepotente.
La mia mamma umana decise di chiamarmi Fiocco, perchè il mio pelo morbido e vaporoso le ricordava la dolcezza di un fiocco di neve.
Al mattino quando si allontanava per andare al lavoro, uscivo sul balcone e la seguivo con lo sguardo finchè la vedevo sparire, così alla sera attendevo il suo ritorno sempre sul balcone finchè la vedevo ricomparire. Il desiderio di rivederla era talmente forte che dimenticai la prudenza e caddi per ben tre volte: fortunatamente non mi feci mai nulla, anche perchè si dice (ed è vero) che i gatti cadono sempre in piedi. E tutt’e tre le volte, la mia mamma umana mi ritrovò tremante nascosto in un cespuglio e mi prese in braccio coccolandomi.
Un giorno decise di affidarmi ad una sua cara amica. Fui messo in un trasportino e condotto in questa nuova casa, ma appena arrivato, la prima cosa che feci fu di nascondermi sotto un letto. Quella che pensavo fosse un’amica e che invece sarebbe diventata la mia nuova mamma umana si rivolse a me con parole dolci e rassicuranti: ne fui subito conquistato e, passata la paura, uscii fuori dal mio nascondiglio e le salii in braccio, ronfando felice.
Quando si siede, mi piace acciambellarmi tra le sue braccia e, facendo le fusa e impastando, succhio il lembo del suo vestito proprio come fosse la mammella della mia mamma gatta.
Certe volte se tenta di alzarsi mi ribello e cerco di graffiare e mordicchiare, perchè il mio timore è di perdere il contatto fisico con lei e di essere nuovamente abbandonato: allora lei mi accarezza e io ritrovo la tranquillità.
Sono considerato un gatto timido e pauroso e, proprio come accade spesso negli umani, cerco di vincere le mie paure dimostrandomi aggressivo.
Sono un gatto molto ubbiediente e alla sera alle parole “Fiocco a nanna” mi precipito nella mia stanza con la mia consueta andatura buffa e traballante.
Ho fatto amicizia con Matilde, l’altro gatto di famiglia. Con lei si alternano momenti sereni e momenti in cui ci provochiamo a vicenda, ma restiamo comunque dei grandi amici.
Spesso capita che il mio pensiero vada ai miei due fratellini da cui tanti anni fa sono stato separato: la mia speranza è che siano amati e coccolati in una famiglia come la mia, che quando chiama “Fiocco” lo fa col tono dolce di chi guarda ammirato un fiocco di neve.
Nerea Fiamin
ottobre 2017