Un nuovo racconto in punta di coda: “Spad”

Un nuovo racconto in punta di coda: “Spad”

Logo RaccontiE’ arrivato in questi giorni il secondo “racconto in punta di coda”.
Narra di Spad, un cane che il rifugio ha ospitato qualche anno fa e che l’autrice ha osservato, avvicinato, compreso e amato. Spad racconta se stesso e, così facendo, apre una finestra sul mondo degli umani, esseri spesso senza cuore ma capaci pure di infinita dolcezza. 
Il racconto è stato pubblicato anche dall’Associazione culturale BraviAutori (www.braviautori.com).

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” Spad”

Perché mi trovo qui? Non l’ho mai capito.

Forse sono troppo irrequieto, troppo rumoroso, troppo ingombrante? Non lo so.

So solo che quel giorno di tre anni fa, mi sono ritrovato a osservare il mondo a strisce mentre guardavo i miei amici di sempre andarsene senza di me, dimenticandomi… ormai lontani, non potevano sentire il rumore assordante del mio cuore che si frantumava.

L’angoscia non ha tardato a riempire le mie giornate e la fiducia nel prossimo si è dileguata dopo pochi giorni, quando ho capito che ormai nessuno mi avrebbe portato via da lì. Non ero solo, avevo un compagno che dopo poco tempo ha avuto la fortuna di entrare nel cuore di qualcuno e che ora, sono sicuro, è felice e appagato. Bhè, se lo meritava, dopotutto. Lui non urlava tutto il giorno come me! Ma cosa ci posso fare? Non ho altri mezzi per comunicare.

Forse faccio un po’ paura alla gente: nessuno si fida di quelli come me, dicono che siamo aggressivi, violenti… io? Violento? Ma se me ne sono sempre stato in disparte, per conto mio, a contare i minuti che passano, in prigione senza colpa. È che ero talmente disperato che se non mi sfogavo rischiavo di impazzire… e allora sì che sarei stato pericoloso!

Insomma, pur di calmarmi, mi davano delle palline bianche minuscole da mangiare… ma erano amarissime! Come pensavano che mi avrebbero tranquillizzato?

No, no, l’unico modo per calmarmi è farmi giocare: correre, saltare, rincorrere!

Ora finalmente qualcuno l’ha capito e mi dedica il poco tempo che ha a disposizione… e io sono felice, davvero felice! Lo sono così tanto da permetterle di avvicinarmi, di toccarmi, di guardarmi negli occhi e leggere la mia disperazione, il mio bisogno d’amore… un po’ mi vergogno… in fondo, non sono mica un Chihuahua! Sono un Pit Bull Terrier, io! Ma quanto mi piace farmi grattare dietro le orecchie! Non riesco a non chiudere gli occhi, abbandonare la mia espressione da duro e lasciar nascere un sorriso da ebete.

La mia nuova compagna, una setter pazza e scatenata, non capisce perché io sia così schivo: lei si butta letteralmente in braccio a tutti! Ma la mia nuova amica lo sa… noi ci vogliamo bene e comunichiamo senza far rumore. Dopo che mi ha fatto scatenare come un matto e che mi ha grattato il testone, lei me lo chiede sempre — Spad, ma perché ti hanno lasciato qui? — E Che ne so? Se penso che a me basta una pallina da riempire di bava per essere felice…

Valentina