Gli ambulatori sociali veterinari: esempi (rari) di solidarietà
L’ottobre scorso si è festeggiata l’apertura del primo ambulatorio sociale veterinario a Roma, interamente gestito dalla Lav. Di cosa si tratta? Di un presidio veterinario per cani e gatti appartenenti a famiglie con fragilità sociali – in questo caso seguite dalla Comunità di Sant’Egidio, che si occupa, tra le tante cose, anche di anziani in condizione di solitudine – che spesso non possono prendersi cura dei loro animali nel modo più adeguato. Visite, terapie e interventi sono gratuiti, per venire incontro a tutte quelle persone che hanno difficoltà ad affrontare le spese per i loro cani e gatti. Spese che sono spesso molto alte: si stima che le famiglie italiane spendano circa 7 miliardi l’anno per gli animali domestici, a fronte di un aumento della povertà nel paese (secondo i dati del report Zoomark-Nomisma e di Istat 2023).
Il numero di risorse che ci vogliono per accudire un animale è alto e non soltanto di tipo economico: pensiamo solo al tempo che ci vuole per gestire in modo efficace la sua presenza nelle nostre vite. L’ambulatorio veterinario sociale vuole far fronte a tutti questi problemi, cercando nello stesso tempo di prevenire incuria, maltrattamenti e abbandoni nel rispetto del principio di “One health” e del diritto alla cura anche per gli animali.
Scopo della Lav in questo senso è anche la sensibilizzazione delle amministrazioni pubbliche a venire incontro a esigenze sociali caratterizzate da disagio, esclusione e basso reddito, seguendo l’esempio del Piemonte e dei comuni di Milano e Modena. Noi di Apaca ci auguriamo che un giorno anche a Belluno, insieme ad altre città d’Italia, si possa usufruire di un presidio veterinario sociale che aiuti concretamente persone e famiglie fragili e i loro animali da compagnia: nel frattempo “ci accontentiamo” di diffondere queste belle notizie che ci rendono più uniti e vicini ai cani, ai gatti e a tutte le altre creature che vivono insieme a noi.