Il 7 ottobre scorso un nuovo conflitto fra Israele e Palestina è scoppiato dopo l’attacco che i militanti di Hamas hanno lanciato dalla Striscia di Gaza.
Consapevoli del dramma e dello sconvolgimento che si è abbattuto sulle vite delle persone coinvolte in questa ennesima guerra – sono già migliaia tra morti, feriti, dispersi e sfollati – vogliamo sintetizzare il quadro riguardante gli animali domestici, cercando di illustrare anche la loro condizione: un tentativo senza dubbio parziale di diffusione di dati e informazioni piccoli di fronte a notizie tanto spaventose e catastrofiche ma di cui ci sembra importante parlare sui nostri canali.
Lav (Lega Antivivisezione) e Oipa (l’Organizzazione Internazionale Protezione Animali) hanno dichiarato il loro sostegno morale ed economico in favore di Sulala Animal Rescue, una realtà che opera a Gaza dai primi anni del 2000 dando un rifugio a cani e gatti abbandonati e bisognosi che oggi si trovano in difficoltà e in pericolo a causa dei bombardamenti. Sono circa 500 i cani e i gatti di cui Sulala Animal Rescue si sta prendendo cura, ai quali si sono aggiunti gli animali rimasti soli o gravemente feriti dopo gli scontri e i randagi che raggiungono il rifugio in cerca di cibo e di un luogo sicuro dove stare. Molti cani e gatti sono stati salvati anche dagli ospedali veterinari israeliani, con il sostegno di decine di volontari e del gruppo di riservisti Brothers in Arms che nei primi giorni del conflitto hanno portato in salvo circa 200 cani.
Persone e animali stanno cercando di resistere e sopravvivere nella terribile situazione in cui si trovano e di cui vi abbiamo voluto e dovuto raccontare seppur molto brevemente. Si tratta purtroppo di vicende dolorose e sconcertanti, fiocamente illuminate da rari spiragli di luce, come le immagini dei bimbi che giocano con i cani non lontano dal rifugio di Sulala Animal Rescue. Troppo poco, di fronte all’enormità di questa e delle altre guerre di cui sono vittime uomini e animali: noi restiamo in attesa di una buona notizia che cominci finalmente con la parola “pace”.