In questi tempi di pandemia strisciante, complici anche la chiusura forzata in casa e le restrizioni di qualche tempo fa, il rapporto fra uomo e cane sembra essersi fatto ancora più stretto: l’aver condiviso per lungo tempo gli spazi, l’essersi preoccupati maggiormente quando il cane è stato male, aggrapparsi alla serenità che sa comunicare… tutti motivi per cui probabilmente moltissimi proprietari di cani – ad eccezione ovviamente di quelli che hanno “preso un cane” senza alcuna consapevolezza responsabile – si sono avvicinati ancora di più al loro amico a quattro zampe.
D’altronde non poteva che essere così, dal momento che quella tra uomo e cane è un’amicizia di lunga, lunghissima data, la cui nascita e il cui sviluppo sono in realtà ancora oggi molto dibattuti. Si tratta infatti di una storia remota e per certi aspetti misteriosa, riguardo alla quale gli scienziati di tutto il mondo non hanno risposte certe e univoche.
Gli studi che sono stati condotti sull’argomento hanno rilevato che ad un certo punto della storia umana l’uomo e il cane si sono incontrati e mai più lasciati. L’Homo sapiens si è imbattuto, per motivi a tutt’oggi imprecisati, nell’antenato del cane, che pare non essere il lupo ma un progenitore comune alle due specie. Anche in questo caso non esiste una tesi unilaterale. Su Oggiscienza si legge che varie indagini e ritrovamenti dimostrano che fu un cane selvatico ad avvicinarsi ai primi insediamenti umani e non il lupo, dal quale questo cane selvatico si sarebbe distaccato come specie fra i 16.000 e i 32.000 anni fa. La stessa amicizia tra uomini e cani risale a tempi antichissimi, alla preistoria: si parla di almeno 15.000 anni fa, ma alcune ricerche pongono la datazione ancora più indietro, tra 20.000 e 40.000 anni fa, come afferma lo studio condotto da Krishna R. Veeramah e dal suo team internazionale, riportato dal sito Greenreport.
Anche sul luogo e sul periodo in cui sono avvenuti i primi contatti fra gli avi dell’uomo e del cane non c’è concordia e oggi si propende per la tesi secondo la quale la domesticazione è avvenuta in tempi e zone diversi: in particolare lo studio pubblicato dall’American Association for the Advancement of Science suggerisce che abbia avuto luogo indipendentemente in Eurasia occidentale e orientale, da due distinte popolazioni che hanno originato due razze di cani domestici. A seguito di spostamenti di gruppi umani dall’Asia all’Europa, i cani domestici orientali si sarebbero poi accoppiati con i cani domestici presenti in Europa, incroci dai quali discenderebbe il cane così come oggi lo conosciamo.
Per quanto riguarda la vera e propria origine del rapporto uomo-cane, l’ipotesi oggi più diffusa è che i cani primitivi si siano auto-addomesticati: in un momento e in un luogo non ancora precisati, un gruppo di cani selvatici si sarebbe avvicinato agli insediamenti umani per mangiare gli avanzi delle prede che i cacciatori uccidevano per sfamarsi. Riconoscendo come proprio il territorio attorno agli abitati, i cani avrebbero dato inizio a una sorta di collaborazione con gli uomini primitivi, segnalando con i loro ululati le presenze estranee e aiutandoli durante le battute di caccia. Nel corso dei secoli i cani selvatici maturarono quindi una maggiore confidenza verso l’uomo e ne ebbero meno paura, diventando più mansueti e mutando addirittura alcune caratteristiche morfologiche. A loro volta gli umani iniziarono a tenere con sé i cuccioli promuovendone l’allevamento e capendo quanto fosse utile avere con sé questi animali che sembravano capire anche alcuni loro gesti.
Come si vede, studi, ricerche e ritrovamenti non mancano, ma non sono ancora in grado di dirci come sia nata esattamente questa mutua alleanza fra uomini e cani e ciò rende il loro affiatamento ancora più affascinante. Una fratellanza fra due specie diverse che esiste da millenni, ancora avvolta dalle nebbie arcaiche in cui è nata, ma destinata a durare per sempre.