Quando arrivano in rifugio, spesso spaventati, disorientati, traumatizzati, diversi cani mostrano segni di malessere, sono abbattuti, tristi, indifferenti agli stimoli. Cani come Cooper, Dory, Ozzy, Petra, Scotty sono giunti all’Apaca timorosi e pieni di paure, oppure diffidenti fin da cuccioli come Alex, scostanti come Kenny. A volte i problemi dovuti a stati di shock, maltrattamenti, pessime detenzioni si esprimono attraverso apatia e assoluto disinteresse a stabilire contatti con l’uomo o con altri cani. Ma il disagio può essere anche veicolato da inquietudine, eccitazione esagerata, comportamenti distruttivi. Frequentemente la permanenza in un rifugio o in un canile genera reazioni di questo tipo.
Si può parlare in questi casi – riscontrabili anche in animali che vivono in famiglia – di arousal basso o alto. Con il termine arousal si indica il livello di attivazione emozionale di un cane, ovvero la sua capacità cognitiva di dare risposta alle sollecitazioni, siano esse di natura interna e soggettiva oppure esterna, data dall’ambiente e dai rapporti sociali. L’arousal si misura su una scala che va dal grado più basso, in cui il cane mostra passività e inattività, a quello più alto caratterizzato da intensa eccitabilità. L’arousal intermedio, che si fissa fra questi due estremi, denota infine una condizione di equilibrio e benessere del cane, certamente la migliore anche per lavorare insieme a lui sull’apprendimento. Nei casi di recupero comportamentale, per esempio all’interno di canili e rifugi, si parla di “disagio da arousal”, nel quale si individua, nel cane con indice basso, scarsa voglia di cibo, di esplorare e di relazionarsi con altri individui, poca attenzione e reattività, mentre l’animale con un alto tasso di arousal mangia con voracità, abbaia eccessivamente, rovina il box, marca esageratamente il territorio, fa la monta o si mostra fortemente impulsivo e privo di autocontrollo e concentrazione.
Per superare queste instabilità educatori e veterinari comportamentalisti insistono sull’importanza di riportare il cane a uno stato il più possibile armonioso. A questo scopo esistono attività adatte a intervenire su un arousal troppo elevato, come per esempio le passeggiate e i giochi che incoraggino la riflessività, e su quello troppo basso, che si basano per lo più sulla relazione e sulla costruzione di un rapporto positivo con un animale introverso. Le emozioni e gli stati d’animo di un cane passano dunque attraverso questa parola straniera (dall’inglese “eccitazione, risveglio”) che ci mostra ancora una volta la complessità della mente canina, le sue sfumature, i suoi problemi, le sue reazioni e i suoi risvolti talvolta sorprendenti. Senza dimenticare che si tratta pur sempre di una mente diversa da quella umana, con cui non si può quindi interloquire in base ai parametri utilizzati con le persone.
Uno degli aiuti maggiori che si possono offrire ai cani sofferenti è capire i loro bisogni e le loro difficoltà peculiari, appartenenti a bisogni e difficoltà della sfera animale e non umana: una sempre maggiore comprensione dei cani e del funzionamento della loro psiche sarà di beneficio per tutti quegli esemplari che, come i nostri ospiti di Apaca, stanno seguendo un percorso di miglioramento per recuperare la gioia, la stabilità e la fiducia negli esseri umani.